HALCOTAR, LA CITTA' DELLE OMBRE

Ad Halcotar può succedere di tutto. Per esempio può accadere che un bassotto nano acquisti l’uso della parola e diventi la creatura più comica dell’universo, può verificarsi che un’ombra diventi improvvisamente qualcosa di reale, di tangibile; oppure può capitare di trovarsi sballottati qua e là senza rendersene conto, o anche di affezionarsi agli eroi di questa storia…non ci credete? Non vi resta che iniziare a leggere…che l’avventura abbia inizio!

TRE COMMEDIE

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In questo volume, il primo di una serie, Valerio Di Piramo raccoglie tre titoli tra i più rappresentativi della sua produzione: Natale al basilico, Regalo di nozze e La neve di zio Anselmo, tre opere esilaranti sia nel leggere che nel vivace mosso dell’azione sul palcoscenico. Dopo le esperienze come attore, Valerio Di Piramo è successivamente passato alla scrittura di propri testi, che ormai vanno per la maggioresia in Italia che in Europa, nel lontano Canada e nella lontanissima Australia.
Certo, la Commedia, dalle sue origini goldoniane ad oggi, è considerata come un genere “leggero”, in quanto non ha la pretesa della denuncia sociale, cosa che vale per il pirandelliano dramma borghese, o come la tragedia classica, opera catartica e rivelatrice, ma nondimeno la Commedia svolge un’azione che le è peculiare: rappresenta il vissuto e il quotidiano nella loro varietà e imprevedibilità, per arrivare ad una conclusione a “lieto fine”, attraverso ricchi colpi di scena che si avvicendano continuamente per tutto il percorso della singola opera, senza mai indugi o pause di monotonia. I personaggi sono “tipi”, collegati cioè ad una propria “forma”, quindi ben rappresentabili nel loro essere uguali a se stessi, mentre il processo di formazione (o di evoluzione del personaggio) è più tipico del Dramma. Perciò se torniamo al concetto di origini, ci rendiamo conto della nobiltà della Commedia, che si avvicina, per molte questioni, alla Tragedia: non per niente, gli autori tragici che volessero partecipare agli agoni teatrali, che si svolgevano nell’Atene periclea, dovevano presentare anche una Commedia oltre alle loro Tragedie. A dare ulteriore connotato alto alla Commedia c’è da ricordare infine l’uso della maschera da parte degli attori: nel teatro antico c’erano maschere ad uso esclusivo della Tragedia e quelle per la Commedia, ben distinte.

Ma torniamo ai personaggi “tipo” di Valerio Di Piramo.

Da ottimo autore di Commedia (dell’Arte), Valerio rappresenta il vissuto, il reale, il quotidiano, la loro imprevedibilità, la vivacità che esemplificano ciò che accade anche nella “tranquilla” vita domestica e familiare, quando qualcosa di improvviso sconvolge e scompagina la monotonia della vita quotidiana.
Con le Tre Commedie di Valerio Di Piramo il divertimento è assicurato non solo dalla scena teatrale, ma anche dalle frizzanti battute che strappano e suscitano continuamente il riso dello spettatore o del lettore. Ogni testo/copione ha infatti la sua dose di umorismo e di comicità; satira lieve sì, senza però mai cadere nel dileggio: Di Piramo ci offre pertanto la possibilità di ridere e di riflettere, ma senza mai cadere nel serioso di chi voglia impartire a tutti i costi lezioni di vita. Piuttosto sembra che l’autore voglia invitarci a considerare quanto sia bella e varia la vita e di quanto sia necessario viverla e condividerla con gioia.
LunaNera

CRONOS

ll libro è un continuo susseguirsi di colpi di scena, ed ha la caratteristica di riuscire ad intrecciare le vite dei vari personaggi in modo originale e veloce, sfruttando sia passaggi temporali che ambientazioni diverse e facendo correre la storia su di un’esile filo conduttore che si rivelerà essere lo sconvolgente ma credibile epilogo del romanzo. Insomma, centosessanta pagine di suspance che non mancheranno di tenere il lettore col fiato sospeso. Immaginerete di essere trascinati, seguendo un filo apparentemente illogico, nella campagna toscana intorno all’anno mille; sarete sorpresi di essere coinvolti emotivamente in un’avventura originale e piena di colpi scena; proverete per un attimo ad immedesimarvi in Roberto, un maestro elementare che si trova improvvisamente scagliato in un mondo che non è il suo; cercherete di risolvere il mistero che si cela dietro una trama densa di suspance; resterete allibiti leggendo il finale che riesce a trasformare tutte le fantasie in una sconcertante realtà.

Ancora un racconto. LA LUCE

E’ una strana luce. Laggiù, all’orizzonte, un alone violaceo rischiara tenuemente una fredda notte senza luna. Non riesco a decidermi sul da farsi: andare significherebbe tornare tardi al rifugio, rimandando l’allegria di un fuoco gagliardo e qualcosa di caldo per scaldarmi le viscere, e non andare…non andare sarebbe la cosa più semplice. La cosa più naturale. E sicuramente anche la più comoda. C’è anche un po’ di paura, lo ammetto. Ma chi non l’avrebbe? Sono le undici di sera, e il gelo è già padrone delle mie ossa… santo cielo, ma perché non mi decido? E se fosse qualcuno in difficoltà? Forza, Carlo, fatti coraggio. In un quarto d’ora ce la dovresti fare. Accendi la torcia e cammina. Mamma mia che erba alta! Ma dov’è il sentiero? Ah, eccolo… meno male, è abbastanza agevole. Bene, cerchiamo di sveltire un po’ il passo… insomma, per avere cinquant’ anni suonati non me la cavo poi tanto male! Forse ce la faccio in una decina di minuti.

Sto morendo. Sono alla fine, lo sento. Ma perché mi è successo proprio qui? Qui non c’è nessuno! Non posso comunicare, non posso dire…Poteva accadermi a Roma… a Boston… magari a Londra, Firenze, Venezia! Ma perché qui? Lo so che c’è un disegno preciso per ognuno di noi, un destino a cui non ci si può sottrarre. Ma perché in un prato deserto di montagna? Ti prego, fa’ che la mia morte non sia vana! Che io possa in qualche modo iniziare qualcuno! Quello che ho potuto fare l’ho fatto. Ma…ma che cos’è quella luce gialla che sta venendo verso di me? C’è…c’è qualcuno!
Finalmente!

Forza Carlo, ancora pochi passi… che strana quella luce… ma da dove viene? Ecco, ci sono, è laggiù…Santo Iddio, ma c’è qualcuno in terra! E la luce…quella luce viola proviene da lui… calmati Carlo, calmati. Ragiona. Fai un bel respiro profondo e ragiona. Sarà…sarà morto? Ma perché è avvolto da un alone viola? Santo cielo, Carlo, vai a vedere! Non stare lì impalato come un baccalà…è una parola. Non ho mai sentiti tanti brividi freddi nella schiena come ora.

Vieni avanti…ti prego, chiunque tu sia, vieni avanti…non ho molto tempo… ti devo aprire al mondo, alla vita, al mistero…hai paura, lo sento…ma sento anche che ora posso comunicare con te…come ti chiami?

Carlo, mi chiamo Carlo. Ma che sto facendo? Con chi sto parlando? E’ come se qualcuno mi fosse entrato nella mente…non può essere vero, non può essere…

E’ vero, Carlo, è vero. Stai parlando con me, e non devi aver paura. Lo so che l’umanità ha paura di tutto ciò che non riesce a comprendere, ma so anche che con la conoscenza le paure svaniscono. Avvicinati, ti voglio leggere negli occhi, voglio sondare la tua mente… Avvicinati.

Ma chi sei tu? Ti giuro che sarei già a tre chilometri di distanza, se solo le gambe mi reggessero…ma non ce la faccio ad allontanarmi…non ce la faccio proprio. Ecco, mi sto avvicinando... ma che cos’è quella strana luce viola?

La fine. La fine di un periodo durato novecento anni e l’inizio di un altro periodo. La luce viola è tale solo perché mi sto spegnendo… questo è l’unico tempo nella mia vita in cui tu mi puoi vedere.
Vorrei avere a disposizione dei giorni, per dirti tutto quello che ti devo dire… ma non ce l’ho. Sono sempre più debole, e da un momento all’altro svanirò come neve al sole… ma tu devi sapere.

Sapere? Sapere cosa? Ho paura, voglio andar via… se solo riuscissi a correre… ma mi sento come attanagliato da una forza misteriosa…chi sei?

Calmati Carlo… non è una cosa da poco quello che ti sta accadendo. Solo pochi fortunati al mondo hanno visto uno della mia specie. E nessuno di loro è rimasto deluso. Io sono quello che c’è di più vicino alla vostra definizione di Angelo. Certo, mi sarebbe piaciuto che tu mi avessi conosciuto nel pieno del mio splendore, quando volavo alto e veloce nei cieli, circondato da una meravigliosa luce bianca che mi rendeva invisibile ai vostri occhi… e invece guardami ora, sdraiato su un prato di montagna, con la vita che mi sta abbandonando…

Ma perché proprio a me? Perché? Ci sono miliardi di persone nel mondo! Perché a me?

Perché tu passavi di qua. Ascoltami Carlo. Apri il tuo cuore, ma soprattutto la tua mente. Dietro tutto quello che ci accade c’è un disegno universale, preciso, inarrestabile. Tu oggi non sei venuto a fare una passeggiata in montagna solo per respirare aria buona. Tutto quello che io ho realizzato, anche le più banali cose personali, in un modo o nell’altro ha influenzato sempre anche il destino degli altri. E questo vale anche per te e per ogni essere di questo mondo. E’ una catena, una lunga catena che inizia con i primi bagliori della vita stessa. Se tu mi hai trovato, è perché da questo momento in avanti prenderai il mio posto, e aiuterai quelli che ne hanno bisogno. Vivrai una vita diversa, ma reale. Poi, alla fine di tutto, troverai qualcuno a cui tramandare la tua conoscenza, e la catena non si spezzerà.

Ma tutto ciò è assurdo! Gli Angeli sono immortali!

E chi l’ha detto? Ne hai mai visto uno fino a questo momento? Quante sciocchezze sono state scritte su di noi! Hai visto i dipinti che ci ritraggono? Le ali? Ma quanto dovrebbero essere grandi per sostenermi nel cielo? Quanti stupidi quadri sono esposti nei più importanti musei del mondo! Centinaia di pittori che immortalano non quello che vedono, ma quello che vorrebbero vedere… Migliaia di scrittori e filosofi che si nascondono dietro una falsa sapienza, e nel nome di una logica meschina e puerile negano a volte anche l’evidenza… Religiosi così fanatici da perdere di vista l’amore, il vero scopo dell’esistenza stessa. No amico mio, niente di tutto questo: la verità è un’altra. Noi viviamo circa mille anni, e siamo reali, veri. Esseri di questo mondo. Guardami… Non vedi che sono fatto come te? Non trovi molto più strano l’aspetto di un canguro, di un ragno, di un topo? Noi non sfidiamo alcuna legge fisica. Possiamo volare grazie a delle proprietà della luce, che ci rende anche invisibili agli occhi di tutti gli abitanti della terra. Solo tra noi ci  possiamo vedere. Una luce che è alimentata dallo stesso nostro corpo. Un giorno gli scienziati di questo pianeta lo scopriranno, quando non saranno troppo impegnati a costruire armi utili a distruggere l’umanità. Noi abbiamo la possibilità di donare la luce ad un essere umano, prima che si spenga… e non importa se l’indole del ricettore è buona o cattiva. La luce deve vivere.

E che ne sarà di me? Di Carlo? Dei miei pensieri, della mia vita? Tutto quello che ho faticosamente costruito intorno a me per permettermi di avere un’identità…tutto ciò a cui ho rinunciato per vivere in modo dignitoso! E i miei desideri, i miei sogni?

E’ questo il sogno! Questo è il realizzarsi di tutti i desideri più fantastici! Non succederà subito. Passerà qualche giorno, in cui tu continuerai la solita vita di sempre. La luce ha bisogno di circa quarantotto ore per entrare, rinforzarsi e controllare tutte le cellule del tuo corpo. Puoi approfittare di questo breve tempo per sbrigare quelle cose che ti sono rimaste in sospeso. E dopo verrà l’unica cosa dolorosa. Sparirai dall’unico mondo in cui hai vissuto fino a adesso. Completamente, e nessuno riuscirà più a trovarti. Ma tu sarai vivo, vero. Trascorrerai una esistenza che solo qualche attimo fa avresti considerato impossibile. Potrai cercarti un essere umano e stargli accanto per tutta la sua vita, cercando di proteggerlo, oppure potrai scorrazzare su giù per questo vecchio mondo in cerca di qualcosa che hai sempre desiderato…probabilmente farai ambedue le cose… 

Vorresti dire che tutti coloro di cui non si ha più notizia…

Non proprio tutti, ma quasi… ti sorprenderesti se ti dicessi quanti esseri luminosi ci sono nel cielo! Ma questo lo scoprirai da solo. Solo una raccomandazione: non volare troppo in alto…ricordati che noi respiriamo, mangiamo…ah, un’altra cosa. Non è vero che non abbiamo sesso. L’abbiamo, e ci accoppiamo esattamente come voi. Solo che le nostre donne non possono avere figli, e l’unico modo per far vivere la nostra razza è donare la luce. Avvicinati, e prendimi la mano…così, bravo…hai delle belle mani…adesso questo tenue bagliore viola che mi avvolge entrerà dentro di te, e sentirai uno strano formicolio in tutto il corpo che ti accompagnerà un paio di giorni, fino al momento in cui avverrà la trasformazione…non preoccuparti, è una cosa normale. Mi raccomando, cerca di fare buon uso di quello che ti sto donando. Quelli che usano la luce in maniera sbagliata esplodono dopo pochi anni. Purtroppo ce ne sono tanti… guardati da loro, possono essere terribili. Addio.